Attraverso un training che inizia dal floor-work ma comprende anche esercizi con “imput” articolari ed ellittici e giunturali, il lavoro al suolo viene esplorato ed applicato verticalmente e portato in dinamica nello spazio e in tutto il corpo; la classe viene condotta secondo un processo ad “accumulo”.

La parte centrale del workshop, mutuato dalla tecnica di improvvisazione – che ha origine dalla Forsythe Improvisation Technique – mira ad aiutare a diventare più consapevoli del proprio corpo mentre si è in uno stato accelerato di movimento e a poter utilizzare il peso e il volume del corpo come fonte di informazione per generare movimento. E’ un’esplorazione del movimento nel senso di cosa fa il corpo in senso utile o “inutile”, funzionale a seguire un percorso cercando di avere controllo e consapevolezza pur nell’estrema dinamica e nei limiti fisici di esecuzione e “rottura”.

E’ un modo di studiare il movimento a partire dalla direzione ellittica naturale del corpo per arrivare progressivamente a uno stadio avanzato di velocità senza mai perdere il controllo e la coordinazione e facendo del corpo un materiale “esploso” in ogni direzione e completamente deframmentato e decostruito come se il corpo volesse uscire da se stesso. Non si perde il controllo pur tuttavia avendo prima “eliminato” il pensiero e il tempo del pensiero stesso.